La scuola non
serve a nulla
Teatro della Cooperativa
al 29 OTTOBRE 2017
ORE 21:00 (domenica ore 18:30)


- se acquisti on-line
- se porti in biglietteria una bottiglia di vino o 2 confezioni di taralli da condividere dopo lo spettacolo
Biglietto per spettacolo + cena a buffet a Campo Teatrale
Credits

Un’occasione per incontrare le compagnie ospiti dopo lo spettacolo, il direttore artistico del teatro Donato Nubile e altri ospiti per condividere domande e riflessioni intorno a un tavolo, ma anche per conoscersi e fare quattro chiacchere insieme ad altri spettatori.
QUANDO: Mercoledì 25 ottobre, dopo lo spettacolo
DOVE: A Campo Teatrale
COSTO: Biglietto spettacolo + cena a buffet € 20
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: comunicazione@campoteatrale.it
Progetto co-finanziato da Fondazione Cariplo
Tema molto attuale e “centrato”. Ottima evocazione dell’immaginario collettivo. Denuncia ntelligente, sensibile, non urlata. Spettacolo propositivo che non induce alla rassegnazione. Un gioco di contraddizioni. E’ la metafora del teatro stesso.

Antonello, mi ha fatto ricordare il film “La scuola”, tu hai reso attuale l’estrema difficoltà dell’insegnante oggi. Hai usato l’ironia e denuncia, ma hai lasciato anche delle speranze.

L’ironia intelligente di un testo di denuncia pungente e puntuale che, attraverso la figura stereotipata di un docente sfigato ma impegnato e artefici narrativi al limite dell’assurdo (promessi sposi in versione reloaded), riflette sullo scollamento tra realtà scolastica attuale e attualità stessa.

La Classe non è acqua
Si può ridere, anche se amaramente, passeggiando sulle macerie (metaforicamente e letteralmente parlando) della scuola pubblica italiana? Si può ridere, anche se amaramente, di fronte ad insegnati (più volontari che funzionari pubblici) che vedono vanificati (da norme stravaganti) i loro sforzi per rendere la scuola un posto migliore? O chi la frequenta un cittadino migliore?
Si può ridere, anche se amaramente, di una riforma della scuola dimostrante il fatto che “BUONA SCUOLA” non necessariamente corrisponde ad una “SCUOLA BUONA”? Si. Si può fare. Ne è la prova provata: “LA SCUOLA NON SERVE A NULLA” in scena al COOPERATIVA dal 18 al 23 ottobre di e con Antonello TAURINO scritto con Carlo TURATI produzione TEATRO della COOPERATIVA.
Mattina presto. Il PROF fa una colazione fugace raccoglie due o tre cose dal tavolo. Tra queste una busta pervenuta dal MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca). Potrebbe essere, speriamo, il BONUS di 500 euro riconosciuto ai docenti più meritevoli. Ma non è così. Si tratta di un impietoso e puntuale elenco delle “gravi mancanze e stranezze” di cui il PROF si è reso responsabile al punto di incorrere in una sospensione dall’insegnamento.
Violazioni di norme e del codice penale che altro non sono che “Kafkiane” contorsioni della realtà; distorsioni dovute al contesto stesso in cui le vicende sono maturate: LA SCUOLA.
LA SCUOLA appare come un girone infernale (geniale la rivisitazione del canto V) in cui si incontrano il concorsone, la didattica per competenze, il GAE, le tre Fasce di graduatoria, la multidisciplinarietà le classi multi*.* (multi razziali, religiose, culturali ecc…). In compenso, però, mancano i banchi per le aule pollaio, le LIM e gli insegnanti di sostegno. Argomentando punto per punto la sua difesa il PROF ci rivela la sua voglia di fare e quello che fa. E fa tanto.
Fa come fanno tanti docenti: mettendoci del suo. Il suo tempo, le sue competenze, la sua passione e le sue capacità; relazionandosi con classi in cui i FRANTI sono la maggioranza e i DE ROSSI e BOTTINI quasi non esistono. Questo spettacolo potrebbe diventare un lavoro in costante definizione che si autoalimenta di tutti i guai che affliggono la scuola pubblica: le brutte riforme, quelle bruttissime, concorsi fallimentari, concorsoni falliti, dirigenti scolatici disorientati, professori sconcertati a volte umiliati, alunni indisponenti, bulli, casi umani e familiari.
Il tutto comicamente e sarcasticamente illustrato da TURATI e TAURINO. Più che convincente nei panni del PROF, Antonello TAURINO si muove su un palco diviso in ambienti fisici ed emozionali con poca scenografia, molte luci ed ausili multimediali.
Opera originale, divertente, per certi versi quasi di “Teatro Civile, “LA SCUOLA NON SERVE A NULLA” non è un progetto per soli addetti ai lavori. In fondo tutti noi abbiamo a che fare con la scuola. Vuoi per mestiere, vuoi perché ci vanno figli o nipoti o più semplicemente perché dovrebbe essere il luogo in cui si danno alle nuove generazioni gli strumenti attraverso i quali, un giorno, confrontarsi e misurarsi con il resto del mondo.
Un finale forse (ma forse) consolatorio in cui il PROF intravede (per mezzo di uno dei FRANTI della situazione) la possibilità del riscatto del sapere. Come dice la canzone che introduce lo spettacolo: ci vorrebbe una “scuola bella come il mare” ma tant’è.
Scuole, sconfitte, esili: Taurino e Dammacco
La scuola non serve a nulla di Antonello Taurino è un oggetto teatrale non identificato. È una sorta di stand-up comedy, con un professore che racconta della sua quotidiana battaglia in una classe difficile; è uno spettacolo di narrazione, perché il docente è anche attore-autore e il suo è un ritratto “dal vero” con personaggi quali l’allievo violento, il rom che si sposta di banco tutti i giorni, il bidello Cobain e della loro scommessa di trovare almeno un elemento positivo dentro al decreto “La buona scuola”. È anche un pezzo d’attore condotto in bilico fra partitura e variazioni, con una figura allampanata che parla a noi e ai colleghi, tentenna sulle gambe, apre le braccia, avanza e torna indietro, fa per andare in una direzione poi prende l’altra, ci lancia una pallina da tennis e chiede un applauso quando dice “canguro” (come fa in classe per ridestare l’attenzione). È infine un “romanzo scolastico” che ricorda altre narrazioni, da quelle di Starnone ai racconti di Christian Raimo: qui Taurino racconta di come si possono divulgare I promessi sposi in base alle diverse etnie, di cosa avrebbe fatto Garibaldi se avesse avuto i social media (per esempio il gruppo whatsapp delle mamme dei Mille), del dilemma del crocifisso in classe, lasciato in balia del fato cioè di un calcinaccio pericolante. A volte il racconto si disperde nel gioco un po’ fine a se stesso del calembour e della battuta, in uno schema drammaturgico che cerca una sua unitarietà nell’affiancamento di diversi sketch. Eppure sarebbe ingiusto domandare una maggiore compostezza a un lavoro che fa dell’eversione dallo schema la sua forza: la divagazione è qui sia difetto che principale pregio, perché normare questa nostra sciancata realtà in un racconto unitario sarebbe comunque una forzatura. Allora ben venga il rischio della lungaggine: ne emerge una fotografia desolata di un ambiente segnato da una tristezza irriducibile e solo in parte corrosa da un comico che non si dà mai per perduto. Così la trama “verticale” prevede la sospensione del professore per troppa vicinanza con i suoi alunni, dopo avere passato con loro una notte “brava” in gita (per evitare guai peggiori).

Roma, Teatro Kopo (via Vestricio Spurinna 47/49 – Metro A Numidio Quadrato), dal 21 al 23 luglio 2017
Il Teatro Kopo conclude la sua lunga stagione con l’ultimo spettacolo della rassegna estiva, andato in scena dal 21 al 23 luglio, ospitando uno dei protagonisti più interessanti tra quelli che in questi anni hanno calcato le assi del suo palcoscenico. Torna Antonello Taurino, attore straordinario, con lo spettacolo che già in stagione aveva riscosso grande successo: La scuola non serve a nulla. Un titolo provocatorio ma non troppo, pronunciato da chi, come Taurino, è anche Professore (rigorosamente precario). Ogni volta Antonello ci sorprende. Lui sa far ridere, possiede tempi comici strepitosi, ma la sua brillantezza è tagliente e ogni volta lascia il segno. In questo caso il suo spettacolo è un grido di disperazione, dall’interno di una istituzione che, così come concepita, non ha alcun senso, in cui è impossibile lavorare e ottenere risultati come pompose e strampalate riforme vorrebbero. E’ l’urlo di una categoria si, ma anche di una società che deve fare i conti col proprio futuro. Incerto, indefinito, sfuggente. E’ spettacolo per addetti ai lavori? No, o non solo, perché l’attore miscela con sapienza teatrale il dolore per una situazione assolutamente reale, con le sue grandi capacità affabulatorie e surrealistiche, travolgendo lo spettatore con un tourbillon di emozioni in bilico tra la risata e lo sgomento. Tra il sogno e l’inferno. Eppure è tutto vero, come le agghiaccianti registrazioni audio con le voci dei suoi studenti. Per tutto questo, La scuola non serve a niente è uno spettacolo sì brillante, ma in cui le risate scaturiscono dalla bravura dell’attore che mette in scena una realtà in cui non c’è proprio nulla di divertente. Taurino sul palco è come sempre uno splendido folle, sembra capitare lì per caso e subito ti conquista, ti sorprende, ti porta nel suo mondo. Questo suo ultimo lavoro necessita forse di una limatura sui tempi, ma conferma la cifra artistica e qualitativa di un autore – attore di rara intelligenza. Colto, irriverente, caustico, visionario, capace di ottenere risate senza mai far dimenticare allo spettatore l’inquietante realtà che si vive quotidianamente. Prerogativa di pochi.
Paolo Leone

Date evento
Domenica 29 ottobre alle ore: 18:30
Orari biglietteria
Dal lunedì al venerdì 14.00 -19.00
Sabato 10.00 - 13.00 e 14.00 -19.30 / Domenica 10.00 - 13.00 e 14.00 - 17.30
Presso la biglietteria del teatro in via Cambiasi, 10
Solo nei giorni di spettacolo, da un'ora prima dell'inizio della replica.
Ingresso
Dicono di noi
Volevo davvero ringraziarvi per la bellissima serata di ieri sera. “Convivio” è un’iniziativa meravigliosa e dà un valore aggiunto al vostro teatro. Grazie mille!
Dai questionari spettatori 16/17

Piacevole la corte, l’allestimento essenziale, la semplicità degli spazi, l’area periferica, il pubblico di giovani: sorprendete la coincidenza di ritrovare amici su vari fronti accomunati dal desiderio di condivisione di esperienza nuova, fuori dai percorsi consolidati.
Dai questionari per spettatori 16/17

Dai questionari per spettatori 16/17

Dai questionari per spettatori 16/17

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Dai questionari per spettatori 16/17

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Dai questionari per spettatori 16/17

Dai questionari per spettatori 16/17

Fino adesso qui ho assistito ai due migliori spettacoli dall’inizio dell’anno. Non lo conoscevo ma credo di essermi già affezionata. Da provare.
Da Facebook

Prima volta al campo su invito di una mia amica. Mi sono divertito un sacco, splendida accoglienza e si entra nel vivo della rappresentazione. Bravi gli attori qualità alta. Grazie.
Da Facebook

Dai questionari per spettatori 16/17

Una realtà che mi è piaciuta… dove l’arte si esprime per chi ha la capacità di non seguire il gregge….mi è piaciuta l’aria e le persone….
Da Facebook

Posto meraviglioso, teatro di qualità, persone di cuore.
Questo è il teatro che fa stare bene.
Da Facebook

Dai questionari per spettatori 16/17

Dai questionari per spettatori 16/17

Non lo conoscevo e ho scoperto un luogo intimo e accogliente… Da non perdere di vista!
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Un luogo intimo, senza essere piccolo, in cui ho visto succedere piccoli miracoli e cose meravigliose.
Da Facebook

Dai questionari per spettatori 16/17

Dai questionari per spettatori 16/17

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Dai questionari per spettatori 16/17

Dai questionari per spettatori 16/17
