Residenze

Residenza è, in ambito artistico, un termine oggi assai di moda.

Presso Campo Teatrale già risiede l’omonima compagnia di produzione, per cui per definire l’ospitalità che possiamo offrire agli altrui progetti potremmo forse parlare di dimora: per un periodo limitato nel tempo vorremmo condividere con altri i nostri spazi, cercando di fare in modo che i nostri ospiti si sentano a casa propria. E abbiano desiderio di tornare.
Poiché le richieste di ospitalità superano la nostra limitata capacità di accoglienza occorre compiere delle scelte.

Così preferiamo ospitare artisti che non dispongono di uno spazio per le prove dei loro spettacoli e, magari, che non percepiscono finanziamenti pubblici per la produzione.
Artisti che hanno necessità di studiare – non semplicemente di allestire – e in grado di esprimere l’oggetto di questo studio.

Come operatori abbiamo l’ambizione di essere prossimi al teatro che nasce, di appassionarci ad una ricerca, di costruire con gli artisti un rapporto che vada oltre l’acquisto o la vendita di uno spettacolo.

Come artisti abbiamo bisogno di incontri che alimentino la nostra crescita, e coltiviamo un’arte che forse ha il suo specifico nel non poter essere concepita come solitaria.

Come struttura, scegliendo la strada della residenza, Campo Teatrale tiene ancor più fede al suo nome, accogliendo i semi del teatro che sarà e lavorando perché con il proprio tempo naturale possano dare buoni frutti. Vuole porsi come un centro di relazioni, svolgendo un ruolo di catalizzatore di idee e di progetti, propulsore del nuovo e sostenitore della scena contemporanea.

Mai come ora abbiamo bisogno di circuitazione delle esperienze e delle professionalità, di messa in comune di risorse e di pensiero collettivo. Di reti e non di eremi.

Hanno lavorato in residenza da noi