Né Padri né figli - Variazioni su Turgenev

“Né padri né figli” nasce dalla rilettura di Padri e Figli di Turgenev e il titolo stesso sembra una risposta ma in realtà in questo spettacolo le domande sono molte di più e si muovono lungo la direttrice di una ricerca identitaria che continua a sfuggire, oscillando fra quello che siamo e quello che ci portiamo dentro come eredità tanto biologica quanto sociale; siamo figli di qualcuno come lo siamo di un’epoca.

E poi c’è il nichilismo (il cui termine fu usato la prima volta proprio da Turgenev) che nel testo russo ha un’accezione storica e politica peculiare ma porta in luce i tratti di quello d’oggi come il procedere per negazione o il medesimo cammino nel non conosciuto e il dissenso verso la società tipico, sacrosanto e virtuoso delle generazioni giovani.

Spingendoci oltre la connotazione negativa del termine possiamo forse ipotizzare che una volta affrontato il vuoto, dopo la lotta per liberarsi di un’immagine di sé precostituita dalla società, possa esserci la libertà di essere infine ciò che davvero si è.

Nello spettacolo il romanzo russo si snoda con i suoi personaggi e la sua vicenda attraversato da squarci narrativi di materia diversa che hanno a che fare con l’esser figli oggi.

Nel progetto sono stati coinvolti tre attori giovani che potessero portare come contributo la materia viva della loro esperienza, nel trovarsi in un’età ‘ponte’ fra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi. Fra la casa dei genitori e uno spazio che non è ancora distintamente futuro ma una strada verso qualcosa.