Questo non è un podcast sul bullismo

Dalla finestra della 2AT si vede un cratere. Un cantiere fermo, pozzanghere.

Di fronte, l’istituto tecnico statale Pier Paolo Pasolini è una serie di grossi edifici uniti da un unico colore, nella zona oltre i binari di Lambrate, al di qua della tangenziale. Vie larghe, poco trafficate. Al di là della strada, una caserma; oltre la caserma, i grossi centri commerciali. I graffiti sui muri, la polvere sulla strada: in terra tutto qui vira al seppia, mentre in cielo spicca un blu technicolor di una mattina di novembre 2022.

Matteo Luoni, autore e formatore, va al Pasolini una volta a settimana, per quattro settimane. E’ ospite delle ore di lezione di Letizia, un’insegnante di letteratura italiana che è sempre sorridente. Si vede che ama i suoi ragazzi.

Si chiamano Benedetta, Diane, Clarence, Alessandro, Simone, Dylan, Klaudia, Eunice, Alessia, Ziyue, Alessia, Aurora, Emily, Aurora, Annamaria, Beatriz, Kristel, Alessandro, Sofia.

Insieme hanno visto lo spettacolo “D.N.A.”, tratto dal testo di Dennis Kelly, a Campo Teatrale, adattato e diretto da Mattia Fabris e Matilde Facheris.

Prima di vedere lo spettacolo la maggior parte della classe diceva che il teatro era una cosa noiosa piena di monologhi in cui non succedeva niente.
Dopo lo spettacolo si sono ricreduti.

Dal testo scegliamo alcuni brani.
Li facciamo leggere ai giovani attori e attrici dello spettacolo. Che sono anche loro giovani, che l’adolescenza l’hanno appena superata.

Partiamo da quei frammenti e Matteo invita la classe del Pasolini a scriverci su.
Proviamo a riempire quel cratere che si vede dalla finestra.
Di personaggi, storie e situazioni più o meno immaginarie.

Proviamo a cercare il D.N.A. di questa nuova generazione.
E con quello che abbiamo scritto, registriamo un podcast.

4 puntate, 20 voci.

Questo è quello che vi facciamo ascoltare.